La Caponata è un contorno ricco e saporito, tipico della cucina siciliana un mix di verdure fritte ripassate in padella con zucchero e aceto che regalano il tipico gusto agrodolce!
280 grammi
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Apporta pochissime proteine, pochi grassi (a prevalenza insatura) e qualche grammo di carboidrati. Il carico energetico è limitato, mentre le fibre sono abbondanti; il colesterolo è assente.
La caponata, oggi, è una delle pietanze più rappresentative della ricca e variegata cucina siciliana. E come gran parte della gastronomia isolana, vanta una storia complessa e millenaria.
Infatti, il termine “caponata” potrebbe derivare dalla “caupona” (ma su questa origine del termine sussistono molti dubbi), parola con cui s’indicava la taverna degli antichi romani nella quale veniva preparata una pietanza piuttosto semplice costituita da verdure condite con olio e aceto.
La prima versione della caponata un poco più vicina a quella odierna la troviamo nel trattato culinario “Cucina teorico- pratica con corrispondente riposto” fatto stampare a Napoli nel 1837 dal suo autore, il cuoco e letterato Ippolito Cavalcanti. Secondo quest’ultimo, la caponata andava preparata con fette di pane biscottate e bagnate con olio, aceto bianco, sale e pepe per poi essere ulteriormente insaporita con erbe aromatiche, scarola e lattuga. Infine, andava aggiunto del pesce: si poteva trattare di alici, nella ricetta più semplice, oppure di cefalo, merluzzo o sgombri, nella ricetta più elaborata. In ogni caso, Cavalcanti non parla minimamente del pesce capone.