MIRKO è un ragazzo di 20 anni:
Alto, magro, occhi scuri, ma sopratutto, un sorriso che contagia chiunque lo incroci.
Nato e cresciuto nella zona di Città di castello, ha da poco terminato le scuole e come tutti i ragazzi della sua età sta cercando un posto nel mondo.
Quello che Mirko non sa, è che trovarne uno non è facile, sopratutto per chi si porta dietro qualche difficoltà.
Non sa che si corre il rischio di rimanere incastrati nel nulla, nel trascorrere le giornate un po così, tra il cercare qualcosa da fare e non trovarlo.
Non sa che basterebbe andare oltre la copertina e scavare più a fondo per vedere tanto, molto di più.
Non lo sa perchè non puó.
Perchè nella sua semplicità non c’è questa parte del mondo.
E perchè non lo sappiamo nemmeno tutti noi.
Che poi sarebbe semplice.
Per esempio, partendo dalle passioni: una sfrenata per il calcio, per tutto quello che gira intorno ad un pallone, ad una squadra, ad un gruppo.
L’altra per l’amicizia.
Si puó dire di avere una passione per l’amicizia...?
I ragazzi come Mirko riportano tutto ad un livello di genuinità disarmante, ad una chiarezza, ad una primordialità tutte le cose che vengono ormai date per scontate.
Come l’amicizia.
Hanno il potere di riportarcela agli occhi in tutta la sua semplicità che è quello che ci manca.
Hanno la straordinario potere di farci vedere come dopo essere entrati in empatia, un educatore possa letteralmente diventare un punto di riferimento per cui si butterebbero nel fuoco a occhi chiusi.
Hanno la capacità di mostrarci il rispetto, in tutte le sue peculiarità.
E mi chiedo: se sanno darci tutto questo come è possibile che spesso non abbiano la possibilità di ritagliarsi uno spazio sociale...?
Come si puó ad oggi non avere coscienza delle potenzialità espresse ogni giorno da questi ragazzi...?
Come si puó non avere chiaro che sono solo i TEMPI ad essere diversi, ma che alla fine, si raggiunge l’obiettivo...?
MIRKO lavora, grazie all’Agricoltura Sociale.
Non è ancora un lavoro nel vero senso della parola, ma col TEMPO, arriveremo.
Mirko lavora nei campi, fa manutenzione ai campi, si occupa della cura e della crescita della piantine, raccoglie le uova, si diverte, fa amicizia, sorride, si crea, giorno dopo giorno, uno spazio che lo porterà ad avere un posto, reale, nel mondo.
Con dedizione, con impegno, con RISPETTO.
Con la voglia di svegliarsi la mattina sapendo qual’è l’obiettivo.
Un plauso va a tutti quegli operatori, educatori, volontari, che quotidianamente lavorano per questo.
Un plauso va a chi da oggi comincerà a progettare servizi destinati ad avere continuità nel tempo, costruiti per portare davvero ad avere un ruolo, un occupazione.
Basta progetti di tre, sei sette mesi.
Troviamo e destiniamo spazi e luoghi adatti a questi ragazzi.
Con l’AGRICOLTURA SOCIALE SI PUÓ.
Come disse QUALCUNO leggermente più importante di me:
YES WE CAN.
FORZA??????