Le Cascine contro lo spreco alimentare

Le Cascine contro lo spreco alimentare

Esiste un fenomeno che forse viene sottovalutato anche da chi si interessa degli aspetti sociali di un territorio, si tratta dello spreco alimentare. Coinvolge tutti, famiglie, negozi, supermercati ed aziende agricole, comprese le nostre. La quantità di eccedenze dei prodotti agroalimentari in Italia è di 6 milioni di tonnellate all'anno, pari al 17% dei consumi. Solo il 7% dell’eccedenza viene recuperata per il consumo umano, tutto il resto (5,5 milioni di tonnellate/anno) viene smaltito come rifiuto o riciclato.
 

A livello produttivo una prima causa di creazione di eccedenza deriva da prodotti che non raggiungono standard estetici, che quindi non sono raccolti o che vengono estromessi dal circuito. Un secondo motivo è la non immissione sul mercato della sovra-produzione al fine di non far scendere i prezzi. Una terza ragione deriva da un possibile degrado o danneggiamento dei prodotti durante lo stoccaggio. La maggior parte delle eccedenze in questo comparto è costituita da prodotti ortofrutticoli, il 20% rimane nei campi ed il rimanente si genera presso le aziende agricole e nei mercati. L’eccedenza alimentare in agricoltura viene gestita secondo quattro modalità: donazione a strutture caritative(11%), utilizzo per l’alimentazione animale(28%), utilizzo come concime o biomassa(55%), conferimento a enti di smaltimento(6%). A livello domestico invece in Italia si sprecano mediamente il 15% del pane, il 18% della carne, il 12% della frutta e verdura, il 15% di pesce, il 20% di latticini.

Le cascine contro lo spreco alimentare

Anche se, implicitamente, promuovendo i prodotti locali e riducendo quindi quelli che vengono trasportati da lontano, si contribuisce a ridurre lo sperpero, la creazione di mercati locali o la creazione di punti vendita diretta possono contribuire a ridurre la tendenza a costruire filiere sempre più lunghe che producono enormi quantitativi di invenduti. Le eccedenze alimentari sono uno spreco ma possono essere considerate anche una potenziale ricchezza perché significa che esistono risorse disponibili per soddisfare le esigenze di tutti. Secondo la Fao il 4,4% delle famiglie residenti in Italia non è in grado di assicurarsi un’alimentazione equilibrata o quantitativamente adeguata.

Da più parti viene messa in evidenza l’efficacia della rete di distribuzione delle eccedenze ai bisognosi, che include anche organismi caritativi come la caritas, che operano capillarmente sul territorio. Il risultato è ancora migliore in quei casi dove si verifica un collegamento fra queste esperienze e l’intervento pubblico. Importante poi è la sensibilità che si potrebbe creare in un territorio sulla riduzione dello spreco, non solo con comportamenti coerenti, ma anche attraverso il recupero di tutto ciò che altrimenti sarebbe destinato al macero. Per questo è indispensabile costruire un progetto di collaborazione fra enti locali, associazioni, negozi, supermercati e aziende agricole. A Città di Castello una decina di anni fa è sorta una iniziativa in questo senso che ha portato alla realizzazione di un “Emporio della Solidarietà” attraverso un protocollo fra i  comuni dell’Alto Tevere e la Caritas.

 

Il progetto “Emporio della Solidarietà” promuove un servizio volto alla distribuzione gratuita di beni capace di sostenere in maniera efficace persone e famiglie che si trovano in difficoltà, in un percorso che mira ad evitare la cronicizzazione del disagio e conseguentemente una grave situazione di emarginazione sociale. L'obiettivo è quello di creare un luogo dove poter recuperare gratuitamente beni di prima necessità , o perché non più commercializzabili ma perfettamente commestibili, o perché donati, o reperiti attraverso raccolte organizzate, permettendo alle persone di soddisfare in maniera dignitosa i propri bisogni promuovendone la massima autonomia possibile invece che assumere un atteggiamento di passività. L’iniziativa non nasce quindi nell’ottica dell’assistenzialismo; intende invece far leva sulle risorse delle persone e sulle loro capacità, sostenendole nel loro percorso. L’iniziativa ha pure una grossa valenza educativa in quanto, nell’ottica della riduzione degli sprechi e dei rifiuti, vuole mettere in evidenza l’enorme contraddizione tra spreco e povertà, promuovere riflessioni sull’esigenza di cambiamento degli stili di vita e sulla valorizzazione delle risorse e prodotti locali. Oggi le famiglie che ne usufruiscono sono 300, oltre al banco alimentare contribuiscono al progetto singole famiglie, parrocchie e quasi tutte le aziende agroalimentari locali.

 

Emporio

Quindi il segreto di un buon uso delle risorse sta nel saper promuovere reti di vendita di alimenti prodotti nel territorio, organizzando gruppi di acquisto e coinvolgendo mense, ristoranti e scuole. Queste ultime in particolare rappresentano una occasione per educare bambini e ragazzi ad un’alimentazione salutare e all’amore per la terra, se coinvolti in modo efficace, per loro sarà un'esperienza che rimarrà per tutta la vita.

Ricordiamo con soddisfazione gli incontri di un anno fa con gli alunni delle terze della scuola media “Leonardo da Vinci del nostro Comune.
Successivamente ad alcune lezione su coltura, alimentazione e ambiente, i ragazzi sono venuti a visitarci presso la nostra azienda agraria dove hanno esplorato le nostre serre e imparato a conoscere le varie coltivazione. Dopo la teoria i ragazzi hanno imparato le basi delle tecniche vivaistiche, si sono cimentati nella semina e hanno imparato come trapiantare le piantine una volta cresciute facendo pratica con il pomodoro e coriandolo.

Fonti:

  • Dal libro nero dello spreco in Italia: il cibo(Andrea Segrè e Luca Falasconi)
  • Dal Giornalino scolastico “Leonardo da Vinci” edizione <<Green Special>>
ragazzi medie
Mattias Schweitzer • 15 Settembre 2020