Coltivare un pezzetto di terra, curare un orto o un giardino sono attività che si dimostrano un toccasana per il benessere e la salute, vere e proprie terapie per raggiungere la felicità.
Mentre il contatto con la natura aiuta l’organismo a reagire agli stimoli avversi diminuendo le forme di depressione, il verde aiuta ad affrontare la vita perché infonde coraggio e stimola l’ottimismo.
Tutto ciò ha il potere di mantenere e recuperare le capacità cognitive di ogni individuo.
Coltivare un orto o un giardino dona grandi soddisfazioni.
Ci vuole amore, impegno, cura e dedizione per far crescere rigogliose le piantine, per essere ripagati poi con sapori, colori, profumi che sono i frutti del nostro lavoro.
Attraverso quest'attività si sviluppa sia la manualità (toccando la terra, i semi, le foglie, i rami secchi e innaffiando la pianta), sia le facoltà mentali, attraverso l'uso di attrezzi semplici, come possono esserlo la paletta o l’ innaffiatore.
È così che i nostri ospiti, anziani, persone con problemi psichici o fisici, si prendono cura con amore e dedizione delle piante sin dalla semina, diventando poi responsabili della loro crescita che rappresenta la prova tangibile delle proprie capacità.
Si accrescono inoltre l'autostima e il senso di inclusione sociale contrastando l'isolamento e il senso di inutilità che è spesso frequente nelle persone anziane o in chi ha gravi disabilità, portando ad un miglioramento in termini terapeutici e sociali. Erbe aromatiche, ortaggi, piantine di frutta o fiori: tutto può essere coltivato. L'importante è che la semina e la coltivazione avvenga in fioriere rialzate o in vasetti su un tavolo cosi che anche chi non è in grado di piegarsi può aiutare nel lavoro.
La terra come terapia per i bambini
Lavorare all'aria aperta, avere un contatto diretto con il terreno e gli elementi naturali, seguire il ciclo di vita di piante e fiori, dalla semina al raccoglimento dei frutti, aiuta i bambini a crescere in maniera sana e consapevole. Lontani dallo stress, che ormai coinvolge anche i più piccoli, i bambini sono all'inizio "costretti" a dilatare i propri tempi per seguire quelli della natura. In poco tempo però, dalla costrizione, si passa all'apprezzamento per la meraviglia che la madre terra pone sotto i loro occhi e le loro mani. Nel coltivare l'orto non vi è aggressività e competizione: con educazione si collabora con la natura e con i compagni, insieme per il raggiungimento di un unico obiettivo che renderà tutti felici. Piantare nuovi semi ed estirpare le erbacce, oltre a favorire il movimento contribuisce a rafforzare l'atteggiamento positivo, allontanando le negatività.
La terra come terapia si sta diffondendo come progetto presso le scuole italiane per favorire la socializzazione tra i bambini ed aumentare la loro consapevolezza e la conoscenza del mondo che li circonda. La coltivazione delle piante, inoltre, ha evidenti effetti positivi sulla didattica, in quante favorisce l'esperienza pratica di ciò che si studia sui libri di scuola riguardo il ciclo naturale, le proprietà nutritive delle verdure e degli ortaggi.
La terra come terapia per anziani e disabili
Allo stesso modo anziani e persone con disabilità , per mantenere il tono muscolare e una mente attiva, hanno necessità di occuparsi in varie attività che li coinvolgono sia fisicamente che mentalmente.
La cura dell'orto diventa così un'occupazione stimolante a 360°, aiutandoli a mantenere un atteggiamento positivo nei confronti della vita.
Dal punto di vista psicologico, inoltre, l’orticoltura contribuisce a migliorare la propria autostima ogni volta che se ne raccolgono i frutti.
Non solo, l'apprendimento delle nuove tecniche di coltura dell'orto dimostrano come la mente degli anziani sia ancora in grado di elaborare le novità e confrontarsi in modo creativo con la realtà.
Tutti questi esempi dimostrano come, l'applicazione a livello pratico dell'ortoterapia, porta tantissimi benefici ai soggetti con problemi, ma anche a chiunque desideri riconquistare un po' di serenità e fiducia in se stesso.
Tutti noi dovremmo avere un piccolo angolo verde di cui occuparci in giardino, in balcone o dentro casa.
La cura dell'orto è un'occasione per dedicare del tempo prezioso a se stessi. E' un mix benefico fatto di colori, profumi e suoni che agiscono positivamente sulla nostra psiche: il verde delle piante, la luce diffusa, il calore naturale del sole e lo scroscio dell'acqua, contribuiscono alla realizzazione di un ambiente sereno, favorevole alla meditazione e al relax.
Concedersi qualche ora di giardinaggio equivale a fare una terapia antistress e antidepressiva a costo zero e a casa propria.
Gli effetti positivi dell'ortoterapia non finiscono con la cura delle piante, ma continuano in cucina con un'infinità di sane ricette che rendono possibile godere del frutto del Proprio impegno, attraverso il profumo delle foglie aromatiche e la qualità superiore degli ortaggi coltivati nel proprio giardino.
Alla luce di queste evidenze, appare chiaro come sia un bene per tutti avere a disposizione degli spazi per la cura di un orto poiché ogni singola piantina è capace di influire positivamente sull’umore e sulla qualità di vita di ogni famiglia.
La terra come terapia in tutta la società
Ma l’ortoterpia è anche di più e determina la qualità della vita ed il livello culturale dell’intera società. La cultura, infatti, è anche coltura e non può fare a meno del modo con cui si coltiva la terra. Questo concetto, sempre più attuale, suggerisce di valorizzare il patrimonio rurale di un territorio, e non solo da un punto di vista culturale ma anche economico e sociale. Non a caso il benessere è maggiore in quei territori con sistemi sostenibili e diffusi di utilizzo della terra, anche di quella marginale, che rendono più facile l'integrazione ed il contrasto alla povertà. Del resto negli anni 50 del secolo scorso la povertà era più pesante e diffusa di quella attuale, ma ognuno, a differenza di oggi, si poteva autosostenere attraverso la produzione di alimenti base (uova, carni, latticini, ortaggi e frutta), poteva avere un tetto e legna per scaldarsi, utilizzando appunto tutto l'ambiente rurale disponibile.
Forse l’aiuto economico più incisivo e risolutivo per le famiglie disagiate e bisognose di continuo aiuto, potrebbe essere proprio quello di offrire loro la terra sufficiente a produrre il necessario per l’autoconsumo. Il lavoro dei campi, se compiuto con lo scopo di conservare ed arricchire le tradizioni ed i valori di un territorio e servire la collettività, crea benessere ed è l’ammortizzatore più efficace nei momenti di crisi. La coltivazione della terra è cioè la pratica più efficace per coinvolgere le persone che vivono in una situazione di difficoltà ed offrire loro l'opportunità di raggiungere una graduale autonomia e la propria realizzazione. A questo fine sarebbe importante promuovere il recupero di territori e strutture abbandonate anche per stimolare, incentivandole, iniziative imprenditoriali diffuse, come alternativa a modelli di produzione basati su monopoli e monocolture e a sistemi di distribuzione iniqui, che provocano enormi quantitativi invenduti e sprecati. Secondo gli esperti corriamo tutti, compreso l'occidente opulento, un vero rischio alimentare, che deriva da pratiche agricole sconsiderate, monocolture, perdita di biodiversità, politica egemonica che fissa i prezzi e non lascia spazio a colture innovative ed integrate, che non permette l'entrata diretta sul mercato ed uccide la piccola agricoltura familiare e contadina.
E' a rischio insomma la sovranità alimentare e “chi fa, con monopoli e monocolture, grossi guadagni, creando povertà altrui, non ha interesse che si torni alla multifunzionalità dell'agricoltura e alle piccole coltivazioni locali”, che è invece ciò che si tenta di fare con il progetto che ha unito cinque cooperative agricole sociali umbre, che a loro volta, ognuna nel proprio territorio, stanno coinvolgendo tante altre realtà, non solo agricole, ma anche sociali, ricreative, culturali, commeciali ed istituzionali. I prodotti della terra, se coltivati e commercializzati nel territorio, attraverso punti e reti di vendita diretta, contribuiscono a creare socialità e relazioni, aiutano a riscoprire l’autenticità e la semplicità. Con la riscoperta del gusto delle cose genuine, a partire dai frutti della terra, si può arrivare anche a recuperare tradizioni, usanze e mestieri e magari anche convivenza e senso della vita. Si potrebbe cioè imparare a vivere con meno ma molto meglio.