Cosa vuol dire innovare nella società? Cosa vuol dire comunità? Cosa vuol dire raccogliere per la comunità nel segno dell'innovazione sociale?
Sembrerà strano un articolo che comincia facendo delle domande e probabilmente non darà risposte. Eppure proprio lo spirito che anima il progetto che qui conduciamo prevede, a mio avviso, la capacità di fare domande prima che quella di dare risposte.
Tranquilli, non ho intenzione di fare della "sociologia in ciabatte". Cerco solo di spiegare quello che tentiamo di fare senza dar nulla per scontato.
Provo allora a rispondere, felicemente consapevole di non poter esaurire i temi e quindi di lasciare spazio ad altre risposte.
La comunità e i raccolti
La comunità che Raccolti considera è una comunità composita. Una comunità di comunità, si potrebbe dire. La comunità regionale, per cominciare. Facile a definirsi quanto a confini territoriali ma difficile a cogliersi quanto a vissuto collettivo, al di fuori delle camere del consiglio regionale. Forse questa comunità è, per noi che stiamo realizzando "Raccolti...", un punto di partenza in riferimento ad una prima delimitazione del campo di gioco e al contempo un punto d'arrivo se considerata sul piano "organico", sarebbe a dire come organismo sociale. Forse nel cammino ormai lungo di formazione e riformazione della comunità regionale (le regioni sulla carta nascono con la Costituzione Repubblicana...), questo ambizioso progetto può rappresentare uno sviluppo organico non secondario. Per non farla troppo lunga, la costituzione di un mercato regionale delle produzioni territoriali e il coordinamento sulla stessa scala delle pratiche di agricoltura sociale è un fattore di integrazione della comunità regionale di portata significativa.
Una comunità di comunità
Ma l'incarnazione di questa rete nel tessuto sociale dei vari territori regionali implica una considerazione di varie altre comunità: le comunità di comprensorio ed entro queste comunità di lavoro e produzione (reti contadine, cooperative sociali...), comunità di pari (associazioni dei parenti di soggetti cosiddetti disabili...), d'interesse (associazioni culturali...), comunità di paese, comunità di consumo (gas, godo...), comunità etiche (associazioni ambientaliste e in difesa dei beni comuni...). Tutti questi organismi esistono già e già, spesso, sono operativi, magari indirettamente, anche nella direzione in cui si muove questo progetto. Per questo l'ascolto è il primo momento, logico e cronologico, di una traduzione pratica nei territori degli obiettivi di "Raccolti di comunità".
Ascolto e innovazione
Il primo passo, in effetti, è stato un sondaggio sulla massa dei consumatori raggiunti somministrando un questionario nelle fasce di prossimità (persone a vario titolo già vicine e/o interessate alle attività ed alle produzioni delle nostre cooperative agricole e sociali). Il primo ascolto si è focalizzato dunque sui bisogni più elementari della cellula base, il singolo. Relazionarsi, ora, con organismi differenti implica pratiche differenti di ascolto. Per questo le varie realtà fondatrici di questo progetto stanno organizzando dei "workshop di innovazione sociale" (si possono seguire alla pagina Raccolti di Comunità - Home | Facebook), coinvolgendo queste varie comunità nella definizione comune di possibili pratiche che diano sostanza al progetto e muovano dalle esigenze e dalle spinte già esistenti nei territori. Ecco allora che diamo una prima risposta anche alla seconda domanda: innovare socialmente vuol dire raccogliere alcune spinte, intercettare processi già in atto, seppure con gradi di sviluppo variabili, alcuni sotto traccia alcuni incipienti altri già avanzati, e aprire a questi stessi processi sviluppi nuovi a partire dalla sinergia, in un meccanismo simbiotico di mutua fecondazione.
Raccogliere la comunità
Ecco dunque che, per concludere, anche il termine "raccolto" assume un significato molto più complesso e articolato che non quello basilare di raccolto agricolo volto a soddisfare bisogni alimentari di una comunità definita. Raccogliere, ora, vuol dire accogliere in uno spazio comune le ricchezze di ognuno e nello scambio mutualistico organizzato moltiplicarle in quantità ed elevarle in qualità. Aggregazione, partecipazione, cooperazione, programmazione e pianificazione partecipate sono le pratiche essenziali di questo processo.
Nel suo testo fondamentale "Al di là del principio del piacere", Sigmund Freud scrive, in relazione alla vita biologica prima che psichica, di "Eros che cerca di riunire e tenere insieme le parti di sostanza vivente", dei suoi "sforzi tendenti a riunire le sostanze organiche in unità sempre più grandi". Ascoltare questa pulsione erotica che ci accomuna tutti ed assecondarla in senso creativo e vitale sintetizza forse allora la pratica fondamentale che anima "Raccolti di comunità".
W le comunità ;)